2008-20 Signora Moda

Signora Moda io non capisco
se è vero oppure no che decide lei
tutto ciò che piace a me.
E non lo so se son voci malfidate
ma qui son certi tutti
che a decidere sia stata solo lei:
lunghezza e taglie, persino i colori!
Non vorrei sembrare in mala fede
ma le scrivo tuttavia
per dar sfogo a quei pensieri,
lei mi capisce,
che non mi fan star quieto mai.
Le par giusto che noi tutti
si sia schiavi in abiti d’alta classe?
Che ci si debba omologare e vestire
solo come dice lei?
Anche per riverniciare casa
o gettare la monnezza alla sera,
lavoro che – mi scusi, sa –
ha mai fatto lei?
Perché in fondo non mi va
d’essere una pedina come sempre,
un fantoccio sulla scacchiera dei potenti,
schiavo di grandi firme e di quell’abominio
che tutti chiamano denaro.
Le esprimo dunque
una nota di umano disappunto,
di dubbio da fugare.
Me lo dica lei, signora Moda,
me lo dica lei,
perché tutto mi pare capovolto?
E più mi guardo attorno
più non comprendo ciò che accade
se è ancor vero quel detto assai banale.
Perché invece a me pare che nei suoi piani
ci abbia convinti proprio del contrario,
val più l’abito firmato
che il valore del mio animo ignoto.
E non capisco se piace ciò che piace
oppure se esiste solo
ciò che piace a lei,
quello che altri han deciso piacesse a me.
Me lo dica lei, signora Moda,
me lo dica lei:
perché ci vuole tutti schiavi
ma comunque ben vestiti?

 

[N. 20 – 2008]

Data di creazione : 1 giugno 2008

Testo pubblicato sulle pagine dei seguenti portali web :

  • www.ewriters.it
  • www.poetika.it
  • www.scrivi.it

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