Evocazione – Genesi

All’inizio della vita e del tempo vi era solamente Nihilander e nulla esisteva nel Vuoto primordiale.
Egli era il Tutto e al contempo il Nulla.
Nonostante la propria onnipotenza egli era tuttavia incompleto e alla costante ricerca della sua completezza. Per questo creo lo spazio, l’universo e ogni forma di vita esistente.
Creò la luce e la tenebra, l’acqua e la terra, l’aria e il fuoco, il fulmine e il metallo. Creò la vita e la morte, i colori e il suono e ogni forma di vita secondo il suo pensiero e la sua fantasia.
Creando tutto ciò, in realtà, egli creava se stesso in un processo eterno e senza fine.
In lui erano potenti in ugual misura il principio della creazione e della distruzione ed entrambi perseguiva senza preferenza di sorta poiché in lui tutto aveva inizio e fine.
Ogni pianeta ed ogni stella, ogni pietra e ogni pianta, ogni creatura vivente era permeata del suo spirito e rispecchiava una parte del suo essere infinito.
Creò infine gli uomini e a loro più di tutti si affezionò. Osservando la loro storia, compartecipando alle loro gesta, di qualunque natura esse fossero, egli sentì nascere dentro di sé emozioni e sentimenti che non conosceva: si divertì e si addolorò assieme a loro, provò le loro passioni e le cocenti delusioni, l’ebbrezza della vita, l’amore e la sofferenza della morte.
Perché egli era loro e loro appartenevano a lui.
Dalle sue lacrime, di gioia o di dolore, nacquero allora gli dei, esseri simili agli umani ma dotati di poteri al di là della loro comprensione, in questo ancor più simili a Nihilander di tutti gli altri esseri.
Ed essi, animati dal medesimo amore del padre loro che li aveva generati, si diressero verso gli umani mossi soprattutto da quei sentimenti da quali erano nati. Le divinità incarnavano infatti le passioni ed i pensieri che Nihilander, grazie agli uomini mortali, aveva conosciuto e vissuto.
Essi portarono la magia nel mondo degli umani e da essi vennero adorati e temuti per gli incredibili prodigi che potevano compiere.
Gli dei avrebbero dovuto divenire guida e riferimento per condurre gli uomini a una maggiore consapevolezza del sommo creatore e distruttore di ogni cosa ma così non avvenne.
Alcuni di essi, mossi soprattutto da sentimenti tenebrosi, cercarono invece di corrompere gli uomini e di allontanarli sempre più dal disegno provvidenziale in cui erano stati posti.
Nacquero allora inimicizie e incomprensioni che portarono a divisioni tra gli dei e tra gli uomini che ad essi guardavano, alcuni seguaci delle divinità della Luce e altri al seguito delle divinità del Vuoto.
Scoppiarono così lotte e guerre fino a quando gli dei combatterono tra di loro al fine di ristabilire l’ordine e l’armonia. I sostenitori del Vuoto lottarono per ricondurre ogni cosa al caos, diffondendo odio e distruzione affinché tutto tornasse al Nulla primordiale a cui Nihilander apparteneva mentre i servitori della Luce lottavano perché sopra ogni cosa vincesse il principio della creazione e dell’armonia, di cui Nihilander era il sommo rappresentante.
Entrambe le fazioni erano nel giusto e godevano del favore del loro padre e per decenni si scontrarono senza sosta provocando profondi mutamenti nel mondo senza tuttavia giungere alla fine del conflitto.
Numerose caddero le divinità fino a che qualcosa di imprevisto accadde dopo la scomparsa di Eylif e Khaos: al fine di riportare l’equilibrio, Aurios, esponente della fazione della Luce si lasciò esiliare in un’altra dimensione affinché il potere di Yenom, a capo delle divinità del Vuoto, venisse sigillato per almeno cento anni.
E tutto questo avvenne per volere di Nihilander.

Data di creazione: 12 marzo 2005

Ultima modifica: 25 aprile 2017

Note: Questo racconto nasce, col titolo provvisorio di “Evocazione”, in data 11 marzo 2005 osservando una scena del funerale di un parente.
Non voglio dare l’immagine di uno che vive solo nel mondo dei sogni, oppure uno che non ha rispetto: il fatto è che le idee arrivano quando meno te l’aspetti.
La scena “incriminata” è la seguente.
Il parente defunto è Don Antonio Mason, sacerdote salesiano morto l’8 marzo 2005, di cui è stato celebrato il funerale presso il santuario Colle Don Bosco in provincia di Asti. Una premessa: Colle Don Bosco è un complesso di edifici situato su di una collinetta e, per la forma, la posizione e l’imponenza, mi riusciva facile pensarlo come una piccola fortezza medievale.
Prima di portare la bara in chiesa per il rito funebre, c’è stato un momento di preghiera di fronte al tempio. Sulla grande scalinata erano disposti circa 40 sacerdoti, erano disposti in modo da formare un ovale.
Verso la fine del momento di preghiera, per accompagnare la bara nell’ingresso in chiesa, i sacerdoti si sono messi a cantare un inno tutti insieme.
Ed ecco, in quel momento è giunta l’idea: da quel canto, dalla posizione dei sacerdoti ho ricavato quanto segue.
Si tratta di un racconto fantasy, che attinge da alcune mie letture più o meno recenti e dalla passione per i videogames (Diablo 2 della Blizzard e Sacred della FX Interactive, in particolare).
Sto anche pensando di suddividerlo in parti e di creare una saga, ma al momento questo è solo un progetto.
Comunque sia, spero che vi piaccia quel che ho scritto: buona lettura!

Racconto pubblicato sulle pagine dei seguenti portali web :

  • www.crepuscolo.it/FantasyStory

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