Giornate X: Al supermercato

La spesa era tutta ordinatamente disposta sul rullo che, a singhiozzo, lentamente la trasportava verso la cassiera, una signora di mezz’età dai capelli chiari.
Lui se ne stava in coda, pazientemente in attesa del proprio turno. Mentalmente si ripeteva la spesa appena fatta e controllava i prodotti scelti.
Sembrava non mancare nulla: latte, tonno, patate e poi carote, merendine, acqua, vodka …
Si, c’è tutto quello che avevo annotato sulla lista.
Scelse anche un paio di borsette per imbustare la spesa e le appoggiò sopra il rullo: era ormai questione di pochi istanti visto che il cliente prima di lui stava oramai ultimando il pagamento.
Poi il saluto della cassiera e quest’ultima che si girava verso di lui sorridendogli, di certo colpita dal suo bell’aspetto e dal fisico possente e muscoloso.
“Buongiorno!” la salutò mentre lei si perdeva nell’osservare i suoi pettorali e i poderosi muscoli delle braccia, del tutto disinteressata al tesserino magnetico che lui le porgeva.
Qualche secondo dopo, sempre sorridendo, gli rivolse la parola comunicandogli che doveva pazientare un poco: la cassa richiedeva un prelievo, ovvero il conteggio dei soldi in eccesso e la loro consegna a chi di dovere.
“Non c’è problema” disse lui “appoggio qui il tesserino intanto”.
Lei iniziò la proceduta mentre il ragazzo aggiungeva alla spesa un pacchetto di chewing gum preso da una dispensa nelle vicinanze.
Qualche istante dopo tutto tornò in funzione, quindi la commessa cominciò a passare i prodotti sul lettore ottico.
Il ragazzo si spostò dall’altro lato della cassa per recuperare e imbustare i prodotti ma nell’attraversare le barriere dell’antitaccheggio queste si misero a suonare indispettite.
Stupito dalla cosa si fece tutto rosso in volto.
La commessa, conciliante, disse “stia tranquillo: alle volte capita che suonino per niente! Ultimamente poi le hanno rese ancora più sensibili e suonano per ogni cosa. Sa, abbiamo avuto un sacco di furti … ”
Poi, dopo un breve istante di silenzio aggiunse: “Ad ogni modo, se per cortesia può ripassare un’altra volta tra le barriere, così per sicurezza”
“Nessun problema” disse lui ma nuovamente queste suonarono.
“Forse è per qualcosa che ha addosso. Non so, ad esempio portachiavi, catenine, qualcosa di metallico. Di solito suonano per questo…”
Il ragazzo imbarazzato per la situazione, sentendosi gli occhi di tutti puntati addosso, si frugò nelle tasche estraendo tutto quello che aveva e infine lo appoggiò sulla cassa: erano il suo portafoglio, le chiavi dell’auto e un paio di monetine.
Ripassò e nuovamente i sensori della barriera scattarono con la loro suoneria isterica.
Un’altra commessa, qualche cassa più in là rispetto a quella in cui si trovavano, aveva notato il ragazzo sin da quando si era messo in coda e successivamente aveva assistito a tutta la scena, non l’aveva perso di vista nemmeno per un istante. Scherzosamente allusiva provò allora a suggerire alla collega: “Forse è la fibbia della cintura dei pantaloni, magari dovrebbe toglierla …”
“Non credo..” cercò di confutare lui, vicino a comprendere la causa di quanto stava accadendo.
“Beh,” iniziò la prima cassiera “in effetti questi cosi suonano in reazione al metallo, per cui, sarebbe il caso si togliesse la cintura… ”
Il ragazzo, sempre più imbarazzato e rosso, provvide a fare quanto gli suggeriva la donna. Ma quando nuovamente passò le barriere suonarono.
La donna allora segnalò la cosa alla sicurezza tramite un pulsante nascosto sotto il lettore ottico e tentò di risolvere la situazione in attesa di “rinforzi” che perquisissero il ragazzo alla ricerca di ciò che evidentemente aveva trafugato.
“Beh, facciamo così: intanto andiamo avanti con la spesa, se poi ha la cortesia di attendere qualche istante, così arriva qualcuno della sicurezza e capiamo perché le barriere suonano al suo passaggio … Sono certa che si risolverà tutto…”
“Va bene” acconsentì lui.
“…così è più tranquillo e si evita di incappare nello stesso problema le prossime volte che viene!” concluse poi scambiando il silenzio del ragazzo per un ammissione di colpa, testimonianza dell’imbarazzo che l’esser colto in flagrante comporta.
Non ci si può proprio fidare delle apparenze, si ripeteva mentre recava scorrere uno dopo l’altro i prodotti sopra il lettore ottico, un così bel ragazzo…e invece è pure ladro…
In lontananza due addetti della sicurezza già si stavano muovendo in direzione della cassa che aveva segnalato l’allarme.
E nell’osservarli mentre gli venivano incontro, Piotr rifletteva su come meglio sbrogliarsi dalla situazione: avrebbe dovuto perdere tempo con loro mentre, invano, lo perquisivano e lo setacciavano alla ricerca di qualcosa che non aveva rubato oppure doveva rivelare loro che era in grado di trasformarsi in un autentico colosso d’acciaio?

colosso
Piotr Rasputin – Colosso

Note:  Il racconto in questione fa parte di una raccolta di episodi che ho deciso di scrivere provando a calare alcuni ben noti personaggi del fumetto e (purtroppo oserei dire visto i film che hanno realizzato su di loro) del cinema. Si tratta di un testo demenziale e al contempo un omaggio a dei personaggi che per molti anni ho seguito appassionatamente sulle pagine dei fumetti Marvel. Quelli che ho scelto non sono esattamente i miei preferiti ma semplicemente quelli che più si prestavano a quello che avevo in mente di fare. Chissà, magari un giorno aggiungerò altri episodi, magari su Gambit e Onslaught…staremo a vedere. Nel frattempo, vi auguro buona lettura e spero che le situazioni che ho ricreato almeno un po’ possano farvi sorridere!

Data di creazione : 13 giugno 2006

Ultima modifica : 21 ottobre 2013

Racconto pubblicato sulle pagine dei seguenti portali web :

  • www.racconti.it

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