Intervista per ArteInsieme

Intervista realizzata per il sito ArteInsieme di Renzo Montagnoli, il 26 maggio 2006

Perché scrivi?

Subito una domanda difficile, eh? Esattamente non saprei rispondere. Ad essere sincero, credo di scrivere soprattutto per esigenza personale. Alle volte per comprendere meglio quello che vivo o sento dentro, altre volte per fissare sul foglio ciò che la mia fantasia crea o mi permette di “vedere”…non che veda il futuro, ma alle volte focalizzo situazioni e personaggi e parallelamente l’esigenza di imprigionarli su foglio diventa molto forte. E al contempo non mi sento di affermare che scrivo per me. Scrivo anche per me questo sì, ma soprattutto scrivo per condividere qualcosa che possiedo o che sono riuscito a creare. In fondo, spero sempre di riuscire a trasmettere ai lettori quello che sento o quello che ho immaginato, appassionandoli o facendoli sorridere. E perché no, magari anche facendoli riflettere e sognare!

Alla base di tutte le tue opere c’è un messaggio che intendi rivolgere agli altri?

Il più delle volte sì. Magari all’inizio non appare chiaro nemmeno a me ma poi va a finire che aggiungo in quello che scrivo delle mie riflessioni personali o tento di porre il lettore a confronto con situazioni o personaggi che dovrebbero far nascere in lui domande o quantomeno confronti… che poi questo mi riesca oppure no è un altro paio di maniche… Ma questo, d’altronde, è anche il bello della letteratura: in fondo, ognuno legge a modo suo, no?

Ritieni che leggere sia importante per poter scrivere?

Secondo me sì. Di certo aiuta a migliorare la propria padronanza del linguaggio, permette il confronto con altri autori e la possibilità di imparare. Leggere è sempre qualcosa che arricchisce e che “fa bene”. Soprattutto, alcune letture credo aiutino a crescere e a vivere emozioni e storie che altri hanno provato o solamente immaginato.

Che cosa leggi di solito?

In linea di massima prediligo la narrativa fantasy e fumetti, manga giapponesi per lo più. Ma non mi dispiacciono anche altre letture, dal pulp al thriller (di recente ho letto i due romanzi di Faletti , per dirne una). L’importante, per me, è trovare qualcosa che mi stimoli e mi incuriosisca . E tra i libri che in tal senso mi sento di citare e consigliare sono “Io sono leggenda” di R. Matheson e “I guardiani della notte” di S. Luk’janenko .

Quando hai iniziato a scrivere?

Alle elementari, come tutti, no? Diciamo che è dai tempi del liceo che coltivo questa mia passione. Nei temi andavo benone , ad esempio; poi ho iniziato a collaborare anche con il “giornalino scolastico” e pian piano ho fatto di questa mia passione una specie di hobby…che è ben più di un hobby a dir la verità!

I tuoi rapporti con l’editoria.

Ehm…non ottimi. Dopo aver provato a proporre le mie opere tramite internet e riscontrando i primi commenti positivi da parte dei lettori (addirittura ringraziamenti in alcuni casi!) ho tentato di propormi anche a chi di dovere. Prima ho provato ad inviare qualcosa di mio a un’agenzia letteraria: in tutto una quindicina di racconti e una parte di una sorta di romanzo… Il commento (scheda tecnica, questo il termine esatto) della T&Z Trentin e Zantedeschi si è rivelato però essere una bocciatura dei miei testi…in poche righe tra l’altro che è quello che più non mi è piaciuto. Non che i miei scritti fossero perfetti o necessariamente dovessero piacere però speravo almeno in alcune critiche costruttive… Poi, di recente, sempre con raccolte di racconti ho provato a propormi ad un paio di case editrici: Edizioni Il Filo e la GME. In questi casi ho ricevuto due proposte di pubblicazioni … che però non ho potuto accettare per mancanza di fondi… Il tutto si è però rivelata una mezza vittoria perché ho ripreso fiducia e coraggio e conto, al più presto, di ritentare a propormi. Infine, un paio di mie poesie sono state inserite in altrettante raccolte di poesia: una all’interno de L’antologia Poetic@ di Penna d’Oca edita dalla Giulio Perrone nel luglio 2005 e l’altra in Navigando nelle parole edita da Edizioni Il Filo. Al momento quindi, non sono esattamente in buoni rapporti con l’ editoria ma ho comunque il desiderio di ritentare e propormi nuovamente…

Che cosa ti piacerebbe scrivere?

Uhm…non saprei…Sinceramente scrivo un po’ di tutto ma quello che mi manca è la possibilità di dedicarmi anima e corpo ad un’unica grande opera (e a rivedere quanto ho già scritto…). Se potessi/ riuscissi mi piacerebbe scrivere un romanzo o quanto meno qualcosa che gli assomigli: un’opera completa insomma che possa colpire ed entusiasmare. Oppure anche mi piacerebbe riuscire a scrivere una sceneggiatura per un film o un fumetto: mi attira l’idea di rendere immagine le situazioni e le storie che ho già scritto oppure ho in mente. Ma al momento non ne ho la possibilità e quindi rimangono “sogni nel cassetto”…anche se comunque ho il dubbio di non essere in grado di riuscire in simili imprese…Ad ogni modo, confido nel tempo e nelle occasioni della vita: ebbene sì, sono un ingenuo sognatore!

Scrivere ha cambiato in modo radicale la tua vita?

Per ora no. Cioè, al momento scrivo per passione e questa fa parte della mia esperienza di vita. Però non ho ancora cambiato i miei modi di essere o pensare a causa di alcuni “personali” successi in campo letterario. Quando e se mi capiterà (e spero vivamente che capiti) di diventare un autore famoso, ad ogni modo, so già che non mi monterò la testa e i miei modi di fare rispecchieranno le parole di una (geniale) gag di un noto fumetto italiano: “Si, la gente mi ama…ma ti assicuro che il successo non mi ha dato alla testa. Rimango sempre quel semplice ragazzo di Betlemme che tutti conoscono…” (da Rat Man, di Leonardo Ortolani)

Qualche consiglio per chi ha intenzione di iniziare a scrivere.

Di certo il consiglio migliore è quello di non scoraggiarsi mai e di comprendere che, come per ogni cosa nella vita, ci vuole umiltà e pazienza. Soprattutto confronto con gli altri (e quindi letture e dialogo) e voglia di mettersi in gioco, di cambiare e di sforzarsi per maturare sempre più. Di certo si incontreranno persone che non apprezzeranno le “nostre” opere, che criticheranno pesantemente…magari anche senza averci compreso o essersene posto il problema…magari solo per sfogarsi gratuitamente (e l’anonimato che internet fornisce le agevola in questo…). Di certo alcune critiche faranno star male come certi commenti positivi sapranno rendere luminose le giornate… Credo comunque che sia un’ottima cosa cercare di essere sempre positivi e guardare a tutto questo come ad un’occasione per correggersi e migliorare e quindi crescere. Un ultimo consiglio infine è quello di avere un po’ di coraggio e volersi esporre: alle volte lo scoglio più difficile da superare, paradossalmente, siamo noi stessi e il nostro atteggiamento che ci porta a voler tutelare emozioni e pensieri che, in un certo senso, sono intimi e personali. Non bisogna aver paura di proporsi, insomma: si rischia un poco ma è necessario altrimenti viene meno la possibilità di contatto con chi ci può aiutare o addirittura comprendere.

L’intervista è presente sul sito www.arteinsieme.net nella sezione “Intervista all’autore”.

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