Intervista per Libri e Scrittori

Intervista realizzata per il sito LibriEScrittori nell’apirle 2008 (link)

Ci racconti un po’ di lei e del suo approccio al mondo della scrittura

Beh, che dire? Ho iniziato a scrivere per passione già ai tempi del liceo quando partecipavo al giornalino scolastico con articoli semiseri sugli argomenti più disparati. Ma anche nei temi non mi risparmiavo, è giusto dirlo. Da lì in avanti ho coltivato questa passione scrivendo racconti e poesie che ho iniziato a proporre in svariati siti web oltre che sul mio, anzi, sui miei. Partecipo poi in svariati portali letterari e collaboro pure con qualche rivista.

Comunque sia, scrivo più che altro per esigenza, quasi fosse una necessità. Metto per iscritto le mie emozioni, i miei pensieri, racconto le storie che immagino…non mi pongo limiti, ecco, in termini di ciò che posso e voglio scrivere. Molto spesso mi lascio contagiare dalle mie letture, libri fantasy e manga soprattutto, e dalla visione dei film più disparati, poi sull’onda di ciò che ho assorbito, rielaboro e…scrivo!

Non sono quindi uno che tende a documentarsi o a studiare troppo prima di cimentarsi con la scrittura delle mie opere – e probabilmente sbaglio – ma parto dalla mia fantasia e dalla mi interiorità. Più in là, tempo libero permettendo, spero di avere l’occasione di invertire questa mia tendenza, però.

Qual è stato il suo percorso di studi?

Ho frequentato le scuole elementari e medie presso un istituto privato a Treviso, quindi il liceo scientifico a Camposampiero (PD) e infine l’Università. Al momento di scegliere ero un po’indeciso, combattuto tra la mia passione per lo scrivere e l’informatica. Alla fine ha prevalso quest’ultima, anche sulla base di considerazioni più “materiali” e nel 2005 ho conseguito la laurea in Informatica presso il Dipartimento di Matematica Pura e Applicata dell’Università degli Studi di Padova.

Quando e perchè ha iniziato a scrivere?

Ups…credo di aver già risposto prima…

In termini umani, cosa significa per lei scrivere?

Significa donare qualcosa. In fondo, quando si scrive è come se si lasciasse una parte di sé sul foglio, o sul monitor. Si comunica qualcosa ma non tanto per se stessi, quanto per gli altri. Cioè, si scrive ANCHE per se stessi, ma l’obbiettivo che cerco di non perder di vista quanto mi dedico ai miei testi è quello di far emozionare o riflettere il lettore, di giocare con lui, un po’ come sa esprimere meglio di me J. L. Borges dicendo: ”La letteratura, del resto, non è che un sogno guidato”

Quali sono i suoi libri del cuore?

Non saprei…ne ho letti parecchi. Soprattutto di genere fantasy.

Se proprio devo citarne un paio che ricordo in modo particolare, allora vada per “Lo specchio nello specchio” di M. Ende oppure “Il Signore degli Anelli” di J. R. R. Tolkien.

E quelli che non leggerebbe mai?

Mai dire mai. Ora come ora quelli scritti da vip famosi che si improvvisano scrittori, della serie Totti e Paris Hilton. O Harry Potter…lo detesto…

Il libro più bello che ha letto negli ultimi tre anni?

Non so se è il “più bello” che io abbia letto ma se dico “Io sono leggenda” di R. Matheson non credo di andarci molto lontano.

E quello che meno le è piaciuto?

Uno di quelli che mi ha deluso è stato “Il fuoco degli angeli” di T. Brooks

Qual è il rapporto con la sua regione e con la sua terra?

Della serie lei sta sotto e io la calpesto? A parte gli scherzi, non è che ci abbia mai riflettuto molto. Di certo sono “veneto” nel modo di fare e di essere ma di più non saprei che dire..

Cosa le piace e cosa non le piace dell’editoria odierna italiana?

Mi piace il fatto che sia un ambiente vitale, prolifico. Ci sono così tanti titoli, così tanti nomi, gente che scrive e che comunica. O che ci tenta per lo meno. Mi spiace che sia un po’ legata a un certo tipo di letteratura, più sulla narrativa classica che a sperimentare altro…e questo poi si riflette sui film prodotti…ce ne fosse uno di fantascienza… Non mi piace poi il fatto che si sia creata una fitta rete di editori “a pagamento” che si spacciano per editori, appunto, quando invece non lo sono. E allo stesso tempo che non si provi a proporsi in modo diverso, raggiungendo i lettori nei luoghi in cui sono “costretti” alla lettura (vedi ospedale, treno, aereo…) o educandoli a scuola dove si finisce troppo spesso per non affrontare nulla della letteratura recente (basti pensare a King o Bukowski).

Cosa le piace e cosa non le piace del panorama culturale italiano d’oggi?

Come dicevo prima che, a mio avviso, ristagna un poco. Un poco tanto.

Il risultato è che sembriamo sempre più ignoranti e meno lucidi e liberi di scegliere e pensare. Di conseguenza veniamo ammorbati da una serie infinita di programmi televisivi e film di scarso livello (basti pensare ai reality, Amici e compagnia bella), veniamo abituati a guardare al mondo tramite gli occhi e le parole dei giornalisti più che a cercare obbiettività e verità, a indagare e a pretendere chiarezza, infine ci diseduchiamo all’arte, alla musica e al sapere ma puntiamo sempre più su aspetti frivoli e immediati. E molto spesso tutto ciò che di culturale produciamo è solo un riproporre qualcosa di “già visto” e soprattutto di portata limitata.

Non che ci sia solo questo, ovvio, ma il quadro generale è questo.

Come è arrivato alla pubblicazione del suo lavoro?

Partecipando a svariati portali letterari ho riscontrato la volontà da parte di altri autori sconosciuti come me di proporsi alle case editrici. E visto che come si suol dire “l’unione fa la forza” abbiamo cercato di realizzare un’antologia collettiva da proporre ad alcuni editori. Ho coordinato così la realizzazione di una raccolta di racconti e illustrazioni fantasy e alla fine, tra tutto il materiale presentato, un editore si è detto interessato ad alcune opere, per inserirle all’interno di una nuova collana. Tra queste, c’era un mio racconto e…

Cinema: qual è il suo film preferito?

Domanda difficile….già già…ne ho un po’ troppi che mi piacciono. Ora come ora direi The Matrix ma non è certamente l’unico.

Musica: la canzone del cuore?

Non ne ho una in particolare. Certo, di musica ne ascolto e molta, ma non ho né un gruppo preferito né una canzone “del cuore”.

Ha frequentato corsi di scrittura creativa?

No, mai. Tra l’altro, non sono nemmeno sicuro della mia posizione in merito ad essi. Da un lato potrebbero essere utili, dall’altro il rischio fregatura è molto alto.

Ritiene siano utili?

Forse in certi casi sì. Ma non ne ho mai provato nessuno per cui la mia sarebbe una risposta poco utile alla causa…sarebbe più interessante capire se i vari autori di best sellers ne abbiano mai preso parte…

Quale ritiene sia l’aspetto più complesso della scrittura narrativa?

Per quel che mi riguarda, creare dialoghi convincenti e un intreccio non banale.

Come scrive: su carta o al computer? Di giorno o di notte? In solitudine o fra altre persone? Segue “riti” particolari?

Dipende. Di solito tendo ad annotare i miei pensieri, le parole che mi nascono in mente o le immagini che “vedo” su carta per poi riportarle a pc. Altre volte parto direttamente al computer. Non ho né rituali particolari (…tra l’altro…questa domanda mi insospettisce: che riti compiono gli altri miei colleghi?) né orari. Però la solitudine sì, quella serve. Non mi riesce di scrivere se non sto solo con me stesso. Possono esserci anche altre persone ma in questo caso divento più nervoso e meno propenso alla scrittura. Non che mi vergogni di ciò che faccio ma, ecco, ogni volta che scrivo è un po’ come se mi denudassi di ciò che è il mio mondo interiore.

Come è nata in lei l’idea di raccontare quel che ha raccontato nel suo libro più recente?

In principio c’è stata la visione di alcun film, d’animazione e non, e la lettura di qualche manga. Quindi l’idea di scrivere di un vampiro ma non nel solito modo, come se fosse per lui una condanna e non un dono l’esser divenuto un non morto. Molto probabilmente sono poi confluite nel testo anche altre considerazioni, sulla vita, sulle scelte che compiamo e che ci portano altrove da quel che pensavamo, sulle malattie…su tutto ciò che può provocare un cambiamento drastico e drammatico nella vita di ciascuno.

Cosa significa per lei raccontare una storia?

Credo di avervi già accennato in partenza…è un modo per liberarmi di ciò che “immagino e sento” e allo stesso tempo un tramite verso il prossimo, l’occasione per trasmettere le mie emozioni e suscitarne di nuove.

Preferisce cimentarsi col racconto o col romanzo?

Finora ho scritto solo racconti…col romanzo mi ci sto cimentando ora. Preferisco i racconti comunque, più facilmente gestibili.

Ci dia una sua definizione dell’uno e dell’altro?

Un racconto è un testo, un romanzo è una città in cui più racconti convivono, ci incontrano e stringono legami.

Come ha scelto il titolo del suo libro più recente?

L’ho scelto pensando a come si sentiva il mio protagonista

Quanto tempo ha impiegato per scriverlo?

Ho iniziato a scriverlo il 22 aprile del 2006 e l’ultima modifica “ufficiale” l’ho apportata nel novembre del 2007. Però non ci ho impiegato un anno e più per scriverlo, semplicemente mi piace, di tanto in tanto, riprendere i miei testi, correggerli, migliorarli.

Ha vinto premi letterari?

Con quel racconto no. Però ho partecipato a qualche concorso risultando finalista e ricevendo attestati.

Crede nei premi letterari?

Mica tanto. Però possono tramutarsi in occasioni, no? Per conoscere gente, per diffondere il proprio nome, per entrare in contatto con gruppi letterari ed editori

Ha altri progetti in cantiere?

Eccome!

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.