Intervista per Zolfo e Mercurio

Intervista del giugno 2008 realizzata per il sito Zolfo&Mercurio curato da Bruno Zaffoni (curatore poi di progetti letterari web, ad esempio la rivista web Orient Express in cui venivano pubblicate opere di autori vari):

Leonardo, il tuo Condannato (non vita) è un esordio interessante, da dove nasce l’idea di questa short-novel?

Beh, come in teoria doveva suggerire la nota alla fine del testo (…non proprio quella che è stata pubblicata a dire il vero) alla base di questo racconto dal sapore vampiresco ci sono essenzialmente anime e manga. E pure qualche film. Opere come Hellsing, VampireHunter D e pure il film Dracula di Francis Ford Coppola mi hanno proposto più caratterizzazioni della figura del vampiro che poi ho deciso di rielaborare e fare mia. Dopotutto si tratta di un personaggio che a mio avviso esercita un fascino particolare, soprattutto per la contraddizione che nasce dal fatto di possedere poteri sovrannaturali ma di essere al contempo debilitato dalla luce del sole o da simboli sacri, ad esempio. O ancora per la passione e l’impulso all’amore (che in fondo è la vita stessa, no?) che un po’ ovunque in letteratura questa figura possiede ma che contrasta fortemente con la sua condizione di “morto che cammina”.
Oltre a ciò, nel delineare la storia del mio “Condannato” ho voluto aggiungere un’ulteriore caratterizzazione, un gioco se vogliamo, che ho cercato di esplicitare pure nel titolo. Il mio vampiro è un essere condannato, una persona che non è più tale, un uomo privato della propria umanità e con cui deve costantemente fare i conti. E’ un reietto, una creatura maledetta, malata, destinata a sofferenza e solitudine, costretta per causa di forza maggiore a venir allontanato. Ad una “non-vita”, lontano dai propri cari, dalla normalità, distante anche da se stesso se vogliamo. Un po’ come accade alle persone vittime di incidenti gravi o che si ammalano per qualche malattia incurabile, a quelle che cedono per via della droga o di altri mali moderni, persone condannate all’invisibilità ma che ugualmente, proprio come il mio protagonista, cercano con forza quella vita normale che un tempo possedevano.

Che ne diresti di raccontarci la tua esperienza come autore, con che difficoltà si deve misurare un giovane nell’attuale panorama editoriale?

Prima di pubblicare “Condannato – non vita” ho tentato più volte di propormi alle case editrici con le mie opere. Probabilmente a mio sfavore giocava il fatto di non avere un romanzo (allora…) ma quasi sempre racconti, anche lunghi, e per questo non sono mai giunto a finalizzare alcunché. Pubblicazioni su riviste, all’interno di antologie queste sì, ma mai la realizzazione di qualche progetto editoriale con editori veri e propri. Anche perché per lo più ho ricevuto proposte di pubblicazione a pagamento in cui non credevo minimamente.
Con Runde Taarn le cose sono andate in modo leggermente differente e, seppur con un modesto contributo per la promozione, ho accettato di pubblicare questo mio racconto.
Quanto alle difficoltà in generale a cui un autore va incontro proponendo le proprie opere non saprei che dire: non ho consigli universali, ecco.
Di certo conviene non avere fretta e lavorare sui propri testi, impegnarsi per farsi conoscere, migliorare e, soprattutto, andare a caccia di critiche partecipando a qualcuno dei molti portali letterari che popolano il web. Sono un’ottima palestra!
Giungere alla pubblicazione, di per sé, potrebbe non essere un problema: le vere difficoltà nascono a mio avviso quando si tratta di creare un circolo virtuoso attorno alla propria opera: divulgarla, promuoverla, farla leggere e apprezzare dal pubblico… non sono certo elementi secondari per il conseguimento di un certo “successo”. Tutto questo senza dubbio non è semplice per un autore esordiente e sconosciuto. Ancor di più quando su questo fronte viene meno l’impegno da parte dell’editore che l’ha pubblicato…soprattutto se la pubblicazione è avvenuta con un contratto di edizione con contributo…

Come sei giunto alla pubblicazione con Runde Taarn edizioni?

Grazie ad un progetto letterario collettivo a cui io stesso ho dato il via sul finire del 2006. Premetto che di mio partecipo a svariati portali che permettono il contatto tra vari autori, dilettanti e non, i quali hanno così la possibilità di proporre le proprie opere e confrontarsi.
In uno di questi ho lanciato l’idea per la realizzazione di un’antologia, una raccolta di racconti e di illustrazioni fantasy con cui raccontare “la nostra visione” di questo genere. Da un gruppetto iniziale di pochi autori il progetto è cresciuto fino a raccogliere sette scrittori e sei disegnatori che hanno contribuito chi con i propri racconti chi con alcune illustrazioni, legate ai testi di cui prima oppure no. Dopo qualche mese di lavoro coordinato dal sottoscritto ho cercato di proporre questo progetto a più editori per tentare la via della pubblicazione. Qualcuno ha rifiutato in tronco, altri hanno proposto un contratto di pubblicazione (a pagamento), Runde Taarn infine ci ha fornito una scheda di valutazione delle singole opere in cui ne metteva in luce pregi e difetti. Tra tutte si diceva pronta a pubblicarne alcune in una collana di racconti e così è accaduto per il mio “Condannato – non vita” e per il “Serpente piumato” di Uberto Ceretoli. Altri autori sono ancora in fase di valutazione della proposta anche se poi sono venuti meno i contatti tra me e loro.
Il disegnatore della copertina del mio libretto pure apparteneva al manipolo di partecipanti al progetto per l’antologia “Fantasy per noi”.

Sei soddisfatto della pubblicazione e promozione del tuo “Condannato – non vita”?

C’è una domanda di riserva?
A parte gli scherzi, quello che mi sento di dire è che sono soddisfatto più che altro di essere riuscito a proporre qualcosa di mio al pubblico. Al momento non ho avuto grandi ritorni in termini di volumi di libri venduti o di feedback dei lettori ma sono ottimista.
Dopotutto, per quanto breve e semplice come sviluppo, il mio testo è piaciuto a quanti se ne sono avvicinati e questo non può che essere un elemento di soddisfazione.

Che progetti hai in cantiere per il futuro?

Di progetti ne ho sempre molti per la testa: scrivo in continuazione e le idee – per fortuna! – non mancano. Il problema piuttosto è trovare il tempo per realizzarli e lavorarci su…
Comunque, principalmente mi sto impegnando nella conclusione del mio primo romanzo; poi ho un libro a episodi, scritto in base alla mia esperienza di cassiere e commesso presso un centro commerciale, da rileggere e sistemare; infine svariate saghe e racconti che per il momento ho iniziato e che, tempo permettendo, vorrei portare a completamento. Parallelamente a tutto ciò ho cercato di avviare anche collaborazioni con alcuni disegnatori per la trasposizione fumettistica di alcuni miei testi ma, sfortunatamente, qualcosa sembra non funzionare: dopo la prima tavola e l’entusiasmo iniziale i disegnatori si dileguano…spero non con le mie idee però!
Non da ultimo continuo con le mie partecipazioni a svariati portali letterari e a gestire l’evoluzione dei miei siti web, un’importante vetrina per le mie opere.

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