Mist

Una spaventosa visione prende forma.
Un demone è fermo nella nebbia.
Le zampe taurine, la figura terribile e possente. Il corpo di colore nero, forte, liscio ma ricoperto di piccolissime squame.
Orribili, sopra il volto infernale, spiccano due corna.
Le braccia forti sono tese lungo i fianchi mentre, alle spalle del mostro, la coda ondeggia calma.
Nei suoi occhi spaventose visioni degli inferi.
La tenebra lo avvolge e la nebbia non tocca nemmeno la creatura maledetta dal cielo.
In piedi, nella nebbia che lui stesso genera attraverso la magia, attende un segno.
Attende il suo arrivo.

Avanza nella nebbia una seconda figura.
Avanza stancamente, senza paura alcuna: riconosce la magia che genera quella nebbia, la loro unica difesa dagli occhi del mondo.
La sua presenza è luce e la magia si dirada al suo cospetto, accogliendola.
La figura divina avanza barcollando verso il demone feroce.
Le candide ali di luce sono a brandelli mentre la veste risulta strappate e intrisa di sangue.
E’ un angelo divino, bella e irreale, una creatura di luce e di calore.
Avanza a fatica, esausta e debilitata dalle innumerevoli ferite.
Quando finalmente lo vede, un lieve sorriso le compare sul volto.
E mentre chiude gli occhi e crolla a terra il demone scatta verso di lei: la sua velocità non ha eguali e raggiunge la sua compagna prima che essa tocchi il suolo.

La stringe tra le braccia, nei suoi ultimi istanti di vita.
Le accarezza il volto, contemplandone la bellezza.
Le scosta una ciocca di capelli dal volto.
Incapace di reagire tace e le rimane a fianco mentre un nuovo sentimento cresce dentro di lui.
Le ferite del suo corpo sono state inflitte con la magia: da esse non vi è cura e ad esse egli non può porre rimedio, capace soltanto di distruggere e di ingannare.
E la giovane angelo appare allo stremo, in fin di vita, incapace di parlare e di utilizzare la propria magia per salvare se stessa.
E’ la condanna, la punizione per il loro amore clandestino.
La giovane angelo solleva una mano cercando un contatto, un ultimo disperato contatto con la creatura demoniaca a cui ha donato il suo amore.
Entrambi non posseggono anima, nati con l’unica missione di obbedire alla forza da cui sono stati creati, la Tenebra o la Luce.
Tuttavia, qualcosa di anormale accadde nel giorno del loro primo incontro: i due eterni rivali non combatterono.
Anzi, rimasero turbati, immobili, l’una di fronte all’altro, incapaci di respirare, incapace di capire.
Qualcosa di blasfemo accadde ed essi ingannarono tutti vivendo un amore clandestino, scoprendo l’universo dei sentimenti umani da sempre negato ad angeli e demoni.
Insieme giocavano ad essere come gli umani, negando e fuggendo il mondo intero, coltivando quel sentimento che i mortali chiamano amore.
Ma come non è concesso, ad angeli e demoni, di provare morte e dolore, così è loro negata la vita e l’amore.
Per questo quando gli angeli scoprirono cosa accadeva nel cuore della loro sorella di luce, eseguirono la condanna colpendola a morte, ferocemente e senza pietà al fine di estirpare la menzogna in lei insinuata dal demone che lei seguiva.

E ora, insieme nella nebbia, l’una accanto all’altro, pagano per i loro sentimenti.
Non riescono a parlare, sopraffatti dalla disperazione della separazione, dalla forza del dolore cui non sanno dare un nome.
Nella nebbia i due amanti si separarono per sempre, senza nemmeno una parola.
Per la prima volta, le lacrime sul volto di un demone.
Nascono dagli occhi nati nel fuoco dell’inferno e scendono sul volto della sua amante.

Giungono i sicari della giovane angelo: una luce immensa illumina la nebbia e si abbatte violenta sui corpi degli amanti maledetti.
Una tremenda battaglia ingaggiano gli angeli ed il demone, una lotta di folgori e magia, di luce e di tenebra mortale.
Grande e tremendo è il potere della creatura infernale e la rabbia che cova nel suo cuore nero grida vendetta.
La sua furia e il suo dolore spazzano via la squadra degli angeli, ridotti a brandelli dal fuoco maledetto dell’inferno, dilaniati e squartati dalla forza dei suoi possenti artigli, trucidati da quel demone innamorato che li combatte ignorando la loro magia, i loro colpi e le loro arti divine.
La nebbia tenebrosa avvolge l’intera zona mentre gli angeli e il demone combattono.

Solo una figura emerge dalla nebbia fatta di tenebra, un demone feroce ferito a morte, ricoperto di ferite e di sangue nero, bruciato dalla luce degli angeli.
Avanza a fatica, zoppo, reggendo il corpo di una giovane angelo.
Non l’avrebbe abbandonata, non avrebbe permesso che la sua esistenza finisse nel vuoto, condannata per sempre all’oblio.
Avanza lentamente, mentre occhi soprannaturali osservano i movimenti della loro preda: compaiono tre demoni feroci, spaventose visioni di terrore, di gelo e di morte, di fuoco e veleno. Abominevoli a vedersi, tremendi e feroci, avevano atteso l’esito dello scontro tra gli angeli e il loro fratello blasfemo.
Attaccano all’improvviso.
Senza tregua e senza sosta un vento maledetto si abbatte sui corpi degli amanti: tremendi attacchi di fiamme e gelo, infine, completano l’opera di distruzione di cui erano incaricati.
La condanna è stata eseguita.

Così quel demone cade e si estingue vicino al corpo di un angelo.
E poco prima di spegnersi, muovendo con immane fatica quel poco che rimane del suo corpo orrendamente mutilato e devastato dalla vendetta del cielo e degli inferi, tendendo l’unico braccio che gli rimane, la sua mano incontra quella di lei.
Nonostante la furia dei suoi fratelli, nessuno dei loro colpi aveva intaccato il corpo dell’angelo, essendosi egli sempre frapposto quale scudo fra la magia infernale ed il cadavere di colei che chiamava Amore.
Un accenno di sorriso si dipinge sul volto della creatura infernale, un immagine di serenità poco prima di estinguersi nel nulla assieme a colei che gli aveva permesso di vivere come un essere umano.

Data di creazione : 06 marzo 2005

Ultima modifica : 14 marzo 2005

Nota: Questo racconto nasce il 18 ottobre 2004, con il titolo provvisorio di Spaventosa Visione. L’avevo scritto sotto forma di poesia in seguita ad un’idea avuta una notte mentre rincasavo. Il titolo significa nebbia ed è l’elemento che mi ha fornito l’ispirazione.  Il tema del racconto invece non so da dove l’abbia preso ma, fondamentalmente si tratta di un fantasy. L’idea originaria ruotava attorno alla figura del demone. Pensavo di descrivere un combattimento o qualcosa di simile, poi invece ho elaborato quanto segue. Rileggendola trovo che sia un racconto abbastanza originale, scaturito da un’idea valida. Mi piace, e credo che abbia delle buone potenzialità. Un punto fondamentale attorno a cui ruota il racconto è il fatto che ad angeli e demoni non è concesso, a differenza degli umani, di provare emozioni e sentimenti. Privi di anima, non possono dunque provare amore e dolore. In un certo senso sono condannati ad una “non – vita”.  In quest’ottica l’amore che nasce tra i due protagonisti è un amore maledetto: essi trascendono i limiti imposti loro dalle potenze che li hanno generati per poter vivere dei sentimenti concessi e riservati solo ai mortali. Infine, un’ultima precisazione prima di lasciarvi alla lettura: io credo nella forza dell’amore.  Il finale (la parte su cui ho dovuto riflettere e meditare a lungo) non vuol essere quindi una sconfitta dell’amore, semplicemente vuole essere la testimonianza di quanto sia grande il dono che noi uomini abbiamo ricevuto nel momento stesso della nostra creazione, la possibilità di amare e di soffrire, di vivere e morire.

Racconto pubblicato sulle pagine dei seguenti portali web :

  • www.scrivendo.it
  • www.poetare.it
  • www.apocalisse.org
  • www.liberodiscrivere.it
  • www.scrivi.com
  • www.fantasyitalia.it
  • www.giovanipoeti.it
  • www.pennadoca.net
  • graphite.forumfree.net
  • www.crepuscolo.it/fantasystory/index.php

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.