R. E. I.

R. E. I.

Stai correndo da parecchio tempo ma ancora non sei riuscito a seminarli..
E’ come se sapessero dove sei, dove cercarti, dove guardare per scovarti…li percepisci, da qualche parte, intenti a darti la caccia.
Implacabili.
Stai fuggendo alla cieca, te ne rendi conto.
E questa consapevolezza di certo non ti agevola.
Stai fuggendo in preda al panico, vittima del terrore provocato da quelle immagini angoscianti al tuo risveglio…non osi immaginare a cosa potrebbe accadere se ti prendessero!
Al solo pensiero di quel che hai visto ti vengono i brividi…
Ti fermi un poco, giusto il tempo di riposarti dalla fatica e riprender fiato prima di ricominciare a fuggire.
Devi riuscire a seminarli: questa la tua unica speranza. Ma non hai forze a sufficienza per continuare a fuggire ancora per molto.
Forse potresti riuscire a far perdere loro le tue tracce muovendoti nei vicoli di questo strano mondo..
Non hai mai visto nulla di simile nel corso della tua secolare esistenza.
Non scorgi alberi o piante e le abitazioni sembrano costruite con un materiale a te ignoto ma che certamente non è naturale.
Niente legno né pietre, solo scure superfici fredde, costruzioni imponenti e morte che sfidano le leggi del Grande Equilibrio ergendosi terribili contro il cielo…il cielo…quale orrendo maleficio l’ha reso così tetro e minaccioso ti chiedi mentre inorridisci nell’osservarlo!
Ormai per sempre sembra aver perduto quel chiaro colore rassicurante che eri avvezzo rimirare sognando e fantasticando sulla tua vita.
Ora invece è grigio, velenoso e stagnante come una pozza di acque morte.
Anche la strada sotto ai tuoi piedi appare del medesimo colore: grigio, l’anonimo e infinito colore della nebbia.
Certamente non è terra quella su cui cammini, e nemmeno sono ciottoli a ricoprire il terreno. Ne sei certo, visto l’impossibilità di stabilire un legame con la grande forza della natura dalla quale ti senti infinitamente lontano.
Sei confuso…
Non riesci a capire dove ti trovi…
Non è la tua città, questo è certo.
Ma non ti trovi nemmeno in una città degli elfi: mai sarebbero capaci di un simile abominio, di un simile scempio dell’ambiente naturale.
Ma dovrai cercare di scoprire qualcosa alla svelta se vuoi sperare di far perdere le tue tracce e nasconderti ai tuoi inseguitori.
Non riconosci neppure il linguaggio che insistentemente e luminoso appare sui numerosi edifici che ti circondano.
Stranamente, solo ora ti rendo conto che non scorgi abitanti per le strade di questa immensa città.
Come può essere?
Qui potrebbero vivere migliaia di migliaia di elfi… no, elfi decisamente no…di orchi forse…
Solo ora percepisci uno strano incantesimo nell’aria, come una voce che parla nel cielo ma da molto distante, una voce che risuona secca e metallica e minacciosa.
Percepisci inoltre uno strano ronzio, un fastidioso rumore impaziente che si avvicina sempre più.
Si fa più intenso e sembra provenire anch’esso dal cielo tetro che, impietoso, osserva la tua fuga.
Cerchi allora di nasconderti nell’oscurità del vicolo in cui ti trovi mentre un enorme insetto di metallo appare a qualche decina di metri sopra la tua testa.
Rimane sospeso, immobile, grigio e nero come gli edifici che ti circondano.
La creatura che ti insegue certamente non è un essere vivente, ma di certo non può essere il frutto di un qualche incantesimo: percepisci vita ed emozioni provenire dall’interno di quello strano essere metallico.
Addirittura, sforzandoti nel tentativo di osservarlo meglio, ti sembra di individuare degli esseri deformi al suo interno, con delle strane maschere e strani elmi rotondi…
Improvvisa e abbacinante una luce bianchissima si proietta su di te: proviene dalla creatura di metallo.
Investito dalla luce, per qualche istante perdi il controllo di te e la tua mente, per associazione, ti riporta ai ricordi del risveglio di qualche ora prima…

Solo qualche ora prima una luce abbacinante, violenta e innaturale ti faceva riscoprire la vita…
Nuovamente.
Una creatura – impossibile fosse un elfo – era china su di te.
Non riuscivi a distinguere molto ma aveva una strana maschera bianca sul volto e un buffo copricapo dal colore verde.
La sentisti esprimersi in un linguaggio a te sconosciuto ma che ai tuoi sensi acuti appariva sgraziato e privo di armoniosa musicalità.
Mentre parlava rivolto ad altri di cui non riuscivi ad individuare la presenza, le sue mani esaminavano il tuo volto ed il corpo.
Non riuscivi a comprendere cosa stesse accadendo…la percezione del tuo corpo era così vaga, confusa…
Pochi istanti dopo altre due creature si affiancavano alla prima, tutti simili con quelle maschere bianche e quelle strane tuniche di colore verde.
Apparivano, ma non sapresti dire come mai avessi una simile impressione, come chierici rinnegati pronti a sperimentare un incantesimo proibito.
Uno di loro reggeva in mano uno strano attrezzo acuminato…
Subito la paura si impadronì di te e, piegando la testa verso destra, trovavi la conferma ai tuoi timori.
Su di uno strano e spoglio letto metallico giaceva un corpo parzialmente coperto da un telo bianco vistosamente macchiato di sangue.
Un braccio pendeva inerte verso il pavimento mentre parte della testa, non perfettamente coperta dal telo, lasciava intravedere il volto e un orecchio del cadavere: il cadavere di un elfo!
Il panico e la confusione si impadronivano di te mentre le creature apparivano confuse, forse a causa della tua reazione.
Istintivamente protendevi un braccio verso di loro e, con parole arcane, utilizzavi un incantesimo.
Gli esseri caddero a terra privi di sensi dandoti il tempo di rialzarti a sedere.
La confusione più totale albergava nella tua mente mentre improvvisamente una luce rossastra e intermittente prese a pulsare nella stanza.
Una porta si aprì da qualche parte ed esseri robusti vestiti con un’insolita armatura bluastra fecero irruzione.
Anche senza comprendere del tutto cosa stava accadendo, la consapevolezza di dover fuggire era una certezza dentro di te.
Così mentre quegli strani esseri si fondavano verso di te tu scivolavi fino ad un bancone poco distante sulla cui superficie la tua attenzione era stata attirata da un luccichio familiare.
Il medaglione di UnknownDesire stava accanto a vesti, bracciali e monili che ricordavi appartenere a te sin da tempi immemori.
Ma non c’era tempo per i ricordi: gli esseri erano ormai prossimi a catturarti quando avvertivi la superficie del talismano sotto le dita.
Gi occhi chiusi e un flebile sospiro dopo aver pronunciato l’incantesimo.
Il potere del talismano venne in tuo soccorso teletrasportandoti altrove.
Avevi agito avventatamente nell’effettuare una simile azione, muovendoti alla cieca in uno spostamento dimensionale.
Ma la fortuna non ti aveva abbandonato e così ti ritrovasti all’aperto.
Una fugace visione del cielo sopra di te, un cielo tetro e denso di nubi, prima di ritrovarti ad annaspare in acqua.
L’acqua gelida ti destò e velocemente iniziai riprendere il controllo della situazione.
Pochi secondi dopo eri all’esterno di quella strana fontana posta ai piedi di una torre elevata ed imponente.
Senza pensarci due volte, allora cominciasti a fuggire e vagare senza meta mentre già le prime creature si mettevano sulle mie tracce uscendo da una delle entrate di quel cupo edificio pronte a gettarsi al tuo inseguimento.
E ora, grazie a questa strana diavoleria metallica, ti avevano ritrovato!
Rinsavendo, distogli la tua attenzione dai ricordi e dalla luce che ti investe e riprendi a correre consapevole del pericolo.
Con la coda dell’occhio osservi quattro creature uscire dall’essere metallico e spingersi nel vuoto, verso terra.
Hanno una sorta di mantello di colore bianco sopra robuste divise nere.
Dopo un volo di una quindicina di metri li scorgi atterrare al suolo: atterrano piegando un ginocchio fino a terra quasi fossero rispettosamente inchinati di fronte ad un sovrano.
Incredibilmente sembra che il volo non abbia creato loro il minimo problema.
Si alzano contemporaneamente mentre per un istante rimani ad osservarli: sembrerebbero uomini!
All’unisono scattano verso di te, di certo intenzionati a catturarti.
Nuovamente fuggi, correndo disperato.
Ti stanno braccando…
Li senti mentre corrono per raggiungerti…
Hai paura di non farcela, di non essere abbastanza svelto…
Ti muovo a casaccio tra le strade di questa città senza piante…
Sei nel panico più totale, ti senti confuso e disorientato senza il minimo contatto con le forze della natura, e per questo non presti sufficiente attenzione al percorso: maledizione! Sei finito in trappola!
Un muro ti sbarra la strada!
Alle tue spalle, con passo deciso, avanzano i tuoi inseguitori, compatti e minacciosi marciano verso di te.
Tremi mentre li osservi: hanno il fisico robusto e massiccio, i capelli corti e sguardi di ghiaccio.
Dall’orecchio destro di ognuno di loro spunta una sorta di piccolo tubicino che si perde all’interno della divisa che indossano.
Avanzano.
Non hai armi per difenderti.
Non hai vie di scampo alle tue spalle.
Solo ora ti accorgi di non avere più con te il talismano di UnknownDesire: probabilmente giace abbandonato sul fondale della fontana in cui eri caduto.
Un attacco magico forse ti permetterebbe di guadagnare qualche secondo, permettendoti di fuggire.
Per cui lanci contro di loro dei dardi multicolore anche se non sai effettivamente quanto potrai danneggiarli: è flebile il potere che ancora ti rimane.
Quindi, senza attendere l’esito del tuo incantesimo tenti di fuggire scavalcando il muro alle tue spalle: con una serie di salti rimbalzi da una parete degli edifici che compongono il vicolo sperando di raggiungere un’altezza sufficiente ad aggrapparti al bordo del muro.
Alle tue spalle i tuoi inseguitori sembrano non aver risentito minimamente dei dardi magici e, immobili, ti osservano tentare la fuga.
Uno di loro poi sorride e scatta in avanti con movimenti troppo rapidi per un umano. Con la coda dell’occhio riesci solo a scorgere parte dei suoi spostamenti mentre inizia ad issarti sul muro che ostacolava la tua fuga.
Gli altri tre sono immobili, identici nell’aspetto, in calma attesa mentre l’unico ad essersi mosso si trova ora vicinissimo a te!
Con un balzo poderoso ha saltato fino a raggiungerti!
L’orrore nei tuoi occhi scoprendolo in aria esattamente dietro di te pronto a colpirti con un pugno poderoso.
Com’è possibile che un uomo sia così rapido e agile?
Non può essere normale?
Questi i tuoi pensieri mentre lo stupore lascia spazio al dolore che avverti a causa del colpo.
Avendo perso la presa sul muro precipiti verso terra dove gli altri sono già pronti a prenderti e a stordirti perché tu non fugga mai più.
Poi perdi i sensi e tutto si perde nel buio…

Al tuo risveglio sei nuovamente disteso su di un letto.
Nell’aria un odore strano e che non riconosci.
Ti sento intontito…debole…ancora dolorante per il colpo ricevuto dal tuo inseguitore.
Una luce abbacinante puntata direttamente sul volto non ti permette di capire dove ti trovo o di osservare ciò che ti circonda…
Ti dolgono la schiena ed il collo e ma non puoi muovere le mani per controllarti e tastarti…
Non puoi nemmeno muovere le gambe o alzarti…dannazione, sei bloccato!
Qualcuno nel frattempo si avvicina.
Tre volti coperti da candide maschere si chinano verso di te.
Una scena che si ripete.
Uno di loro punge il tuo braccio destro con qualcosa di acuminato e percepisci del liquido alieno nelle vene…lentamente…tutto si fa pesante…confuso…
Scivoli nell’oblio mentre i tuoi occhi registrano le ultime immagini della tua vita: uno di loro che regge una piccola lama luccicante mentre un altro regge una strana tavoletta sul cui retro scorgo messaggi in un linguaggio sconosciuto ma che si imprimono indelebili nella mia mente che si espande dissolvendosi.

Progetto ELF:
Ricerche sull’Essenza dell’Immortalità

Poi è l’oblio.
Il sonno senza sogni di un elfo in balia di scienziati umani alla ricerca del segreto di un dono a loro mai concesso.

Data di creazione : 02 ottobre 2006

Ultima modifica : 23 dicembre 2006

NOTE: Seconda versione del racconto, corretta e rivisitata a seguito dei commenti e delle critiche ricevute (soprattutto su scheletri.com). Il racconto originario risale all’ottobre del 2005 e nasce da un’immagine ben definita, ovvero quello di un elfo in fuga ma in un mondo non suo (un alieno in ambiente alieno). Da questo ho iniziato a lavorare sul racconto, creando un testo che sa di fantasy e di fantascienza sperando che il risultato, (ancora una volta!) sia apprezzabile.

Racconto pubblicato sulle pagine dei seguenti portali web :

  • www.ewriters.it
  • www.francamente.net
  • www.ozoz.it/ozblogoz
  • www.crepuscolo.it/fantasystory/index.php

 

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