Train Catchers

L’autobus rallenta progressivamente la sua corsa fino a fermarsi al binario 3 del piazzale situato di fronte alla stazione.
E’ sera e una brezza leggera muove l’aria ancora umida per la pioggia del primo pomeriggio. All’interno del veicolo solo volti stanchi: uomini e donne al ritorno dal lavoro. Lentamente le porte si aprono: un costante lavoro di pistoni e leve metalliche.
Finalmente possono scendere.
Ed in quel momento, da un luogo non ben precisato, giunge lo sparo: la gara comincia!

L’orologio della stazione segna le 18.25. I numeri lampeggiano indifferenti al bisogno di treni, insensibili alle coincidenze che la gente deve sperare di non mancare.
Giust’appunto l’autobus è arrivato un po’ in ritardo… Qualche minuto accumulato qua, qualche altro accumulato lì, in viaggio per le strade di una città che non sempre si ricorda che esistono anche i mezzi di trasporto pubblici.
O dei pendolari che li utilizzano.

“I cinque atleti…ehi! Aspetta…

[una mano sul microfono a coprir la voce] sono in quattro? Che fine ha fatto l’altro? Ah…è sceso prima…ma vale? Sicuro? Ok ok…allora seguiamo solo questi allora. Zooma su di loro!

I quattro concorrenti, pendolari di professione, si lanciano a folle corsa verso la stazione ferroviaria proprio di fronte a loro.
Riusciranno a raggiungere il treno in tempo?
Potranno tornare a casa in santa pace dopo una dura giornata di lavoro?
Lo sapremo solo al termine di questa entusiasmante gara!
Dopo la pubblicità, ovviamente!”

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“Ed eccoci nuovamente a seguire la gara dei nostri atleti!
Si dirigono veloci verso una delle entrate della stazione di Padova!
Schivano abilmente pozzanghere e altre persone che camminano o sostano tra i binari o sul piazzale davanti alla stazione.“

Bam!!

“Attenzione! La gara di uno dei nostri concorrenti termina proprio in questo istante! Che peccato amici telespettatori!
Il numero tre è stato investito da un taxi che giungeva or ora sul piazzale… dubito che avrà la possibilità di continuare…o di camminare ancora…
Non ci curiamo di lui, ma guardiamo e passiamo…

[una mano sul microfono a coprir la voce] inquadra quella sventola lì, si quella con la scollatura ombelicale, poi il cartellone dello sponsor e quindi torna a seguire i pendolari.

Proprio ora gli atleti sono riusciti ad entrare nella stazione! Con che classe e maestria si son fatti largo a spintoni e a minacce nei confronti di chi procede con il passo stanco tipico dei non-pendolari!
Tutto secondo quanto concesso dal regolamento comunque.
E ora una rapida occhiata al pannello delle partenze per individuare il binario a cui dirigersi…eccolì…controllano mentre nel frattempo procedono verso i binari…non possono concedersi il lusso di guardare anche avanti, solo verso l’alto e a sinistra. Osservate con che abilità riescono a procedere come palline in un flipper, urtando e poi ripartendo dal corpo di questa o quell’altra comparsa all’interno della stazione. Avanzano con gli occhi fissi sul tabellone ad individuare il treno, il binario e l’eventuale ritardo.
Il binario, ovviamente è il decimo.
L’ultimo. Il più distante.
Incredibilmente, sul tabellone non è segnato alcun ritardo: non avrebbe potuto essere altrimenti secondo le leggi di Murphy: “Se l’autobus è in ritardo, il treno che devi prendere sarà in perfetto orario”.
Uno di loro però sembra avere dei problemi: con nervosismo si fruga nelle tasche e si palpa il cappotto. Poi le mani a coprire la bocca e a nascondere la sua colpa: non ha con sé l’abbonamento!
Oh, che svista clamorosa per un pendolare professionista!
Come si comporterà il nostro atleta?
Sfiderà la sorte viaggiando senza titolo di viaggio?
Oppure tenterà di recuperare un biglietto a fasce chilometriche?
Vista la coda alla biglietteria, la sua unica speranza risiede nell’affollata edicola poco distante…
Ma il tempo stringe: mancano solo 90 secondi alla partenza del treno!!

[una mano sul microfono a coprir la voce] svelto! Una panoramica sulle vetrine del negozietto lì, poi sulla minigonna inguinale della velina laggiù…sì sì, l’abbiam chiamata noi… infine il poster dello sponsor in alto sopra l’edicola.

I due pendolari muniti di regolare abbonamento intanto procedono verso i binari, sempre più determinati, sempre più disperati: il tempo stringe! La tensione è palpabile amici telespettatori!
Ma osservate la loro fredda determinazione!
Il terzo invece è ancora davanti all’edicola: ce la farà? Sembra molto preoccupato..”

Nel frattempo una voce dall’altoparlante, una voce molto sensuale tra l’altro, annuncia la partenza del treno: hanno ancora qualche secondo…forse…o qualche minuto ancora…chi può dirlo?

“Ah, quanto sono astuti i giudici di gara: con questo abile stratagemma possono confondere i concorrenti giocando ancora di più con la loro disperata corsa al treno!
Ma i nostri sono professionisti e non si lasciano traviare o prender dal panico! Superata l’edicola, dopo una decina di metri eccoli svoltare a sinistra. Ora scendono le scale di gran carriera, rapidi spostamenti di lato per schivare altri personaggi macilenti o addirittura immobili che inspiegabilmente occupano i gradini come se, anziché dirigersi verso un binario o l’uscita, avessero deciso di metter casa lì.
Il numero cinque si esibisce anche in un doppio salto mortale con avvitamento per evitare due tedeschi armati di cartina topografica!

Ora gli atleti sono nel sottopassaggio: manca poco ormai!
Il numero due, nel frattempo, è riuscito a recuperare il biglietto!
Riuscirà ora a trovare un’obliteratrice funzionante?
Chi può dirlo…
Qualche metro più sotto e più avanti nella corsa, gli altri due avanzano a fatica tra la folla che pascola nel sottopassaggio.
Sono quasi arrivati all’altezza del binario 6 quando l’imprevisto accade!
Dalle scale di entrambi i lati scendono fiumane di persone, pendolari che rincasano, viaggiatori occasionali, squadre di rugbisti maori, passeggeri prigionieri dei treni soppressi da Trenitalia.
Allora è il caos!
Decine e decine di voci e di volti, una massa informe di esseri privi di buon senso che si muove senza controllo! Un fiume in piena che travolge e disperde!
Anche i nostri atleti vengono risucchiati!
Tentano di resistere ma non c’è scampo: affiorano per pochi istanti e poi nuovamente sotto, ad affogare tra la folla che alla fine ha la meglio su di loro. E in breve, di loro, non v’è più traccia…
Che triste epilogo per questa gara amici telespettatori: un atleta investito da un autobus proprio davanti alla stazione, due atleti stroncati dalla folla…”

E mentre la voce dell’altoparlante ancora annuncia il treno in partenza e il cronista cede la linea alla regia per un nuovo entusiasmante spot.
Ma nonostante siano ormai le 18.30, un atleta persiste ancora nella sua gara!
Non vuole arrendersi!
Dopo aver trovato un’obliteratrice funzionante – la quarta – si dirige ansante e sfinito verso il binario 10: può ancora farcela!
Ne è convinto!
La folla nel sottopassaggio è ancora una prova difficile da superare ma, grazie all’esperienza di chi ha vissuto migliaia e migliaia di disagi – in termini di viaggi, ovviamente – l’uomo quasi si annulla e, come fosse invisibile e inconsistente, cammina rasente al muro.
Avanza con cautela, un passo alla volta per non innervosire il branco…
Sono le 18.32 quando giunge al binario. Sale i gradini a due a due, un ultimo scatto e poi un fischio: ed è allora che il treno parte!
Anche lui non ce l’ha fatta!
Ed eccolo inveire sportivamente come un pazzo furibondo: ce l’ha col mondo intero e maledice ogni divinità conosciuta o meno!

La gara sembra essersi definitivamente conclusa: nessun vincitore, nessuno dei concorrenti ce l’ha fatta….

Tuttavia un quinto pendolare ancora avanza verso la stazione. Sceso qualche fermata prima rispetto agli altri procede a passo spedito verso il supremo obiettivo di ogni pendolare: tornare a casa!
Non lo sa se l’esser sceso alla fermata prima rispetto alla stazione sia stata la scelta migliore che potesse prendere ma, trovandosi imbottigliato nel traffico, non aveva molte altre cartucce da sparare. Procedere a piedi gli era parso tanto valido quanto rimanere in piedi ad attendere che l’autobus giungesse in stazione.
Ora sono le 18.33 e il treno delle 18.27 ormai è andato… un triste passato da dimenticare.
La salvezza ora parte alle 18.38: ce la può fare, ce la deve fare!
Le gambe che chiedono pietà, il passo spietato di un terminator, i riflessi fulminei per sfruttare ogni esitazione degli automobilisti per attraversare strade e passaggi vari.
La determinazione avvampa nei suoi occhi!
Qualche minuto dopo è al binario 9, sfinito ma soddisfatto: il treno deve ancora partire.
Sono le 18.39.
E anche se ancora non lo sa, il numero uno ha stracciato il record stabilito nell’ultima edizione da Carl Lewis: ben tre minuti sedici secondi e otto decimi in meno per lo stesso percorso!!
Ora il treno è lì, di fronte a lui, pronto per partire.
Si trascina fino ad una delle porte ormai chiuse. Tenta di aprirla aggrappandosi con forza alle maniglia ma a niente valgono i suoi sforzi: un cartello giallo-comico lo deride rivelandogli che le porte sono per sempre rotte.
Ma l’atleta non si da per vinto e quindi sale al vagone successivo.
E’ a bordo: ormai è fatta!
Si ritaglia uno spazio nello scomparto in cui si trova e, assieme agli altri quindici profughi ammassati come lui in quel luogo angusto, attende fiducioso la partenza del treno.
Non gli importa più niente della gara: essendo sceso prima forse è stato squalificato.
Si toglie l’adesivo con il numero uno e lo appallottola. Vuole solo tornare a casa, ora.
Poi un istante di silenzio.
Un corvo, appollaiato sul cartello del binario, gracchia per un istante: il numero uno ha un brutto presagio.
La voce femminile che da un poco annunciava la partenza del treno inspiegabilmente tace.
Perché non annuncia la partenza?
Improbabile che un gruppo di dirottatori sia salito a bordo e che stia tentando di obbligare il capotreno a dirigersi su Cuba.
Sono le diciotto e quaranta e trentaquattro secondi quando la voce di un uomo pronuncia la condanna: “… allora avviso io i deficienti? Ah, preparane una tazza pure a me, intesi? Coff, coff…Attenzione: avvisiamo la gentile clientela che il treno 11086 delle ore 18.38 partirà con un leggero ritardo di 35 minuti…”

Data di creazione : 19 dicembre 2006

Ultima modifica : 22 aprile 2007

 

 

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