2014-03 Rane

Sguazziamo in mezzo allo stagno
Gracidando felici e giulivi
Ci tuffiamo, emergiamo, stazioniamo
Osserviamo immobili e pronti.
Di notte poi è un concerto di voci
Di cori e contestazioni
Un gracidare collettivo di petti rigonfi
anima lo stagno in lungo e in largo
E cantiamo alla luna la grandezza
Di questo nostro stagno
Vasto come il mondo.

Ci zittiamo qualche istante appena
Scorgendo sagome di pennuti volanti
Attraverso le fronde dei salici
Li osserviamo accarezzare le nubi
Proiettare ombre scure sulla terra
Pochi istanti e son oltre la vista
Ma non ci interessa e non ci scuote
Riprendiamo piuttosto il nostro vociare
Gracidando felici e giulivi
Ci tuffiamo, emergiamo, stazioniamo
Osserviamo immobili e pronti
Felici che il nostro stagno
Sia vasto come il mondo.

Ci zittiamo qualche istante appena
Quando sulle sponde giungono i giganti
Bipedi armati di lunghi bastoni
Arrivano e vanno, rapendo grossi pesci
Lasciando sulle rive
Erba piegata e bianche borsette
Ma non ci interessa e non ci scuote
Riprendiamo piuttosto il nostro vociare
Gracidando felici e giulivi
Ci tuffiamo, emergiamo, stazioniamo
Osserviamo immobili e pronti
Felici che il nostro stagno
Sia vasto come il mondo.

 

[N. 3 – 2014]

Data di creazione : 25 maggio 2014

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.