Si fallisce in punta di piedi,
senza colori
né sfarzi.
Insegne a lutto e capo chino,
le chiacchiere vane e tanto rancore,
cala il sipario sulla dignità del presente.
Cartelli esposti ad annunciare la fine
indifferente e meschina
che lascia muti e afflitti
a soppesare errori
temendo il buio di gesti estremi.
Un sospiro,
poi il vuoto sopraggiunge.
E’ il sistema che vince,
la macchina sociale che schiaccia.
L’individuo,
una cifra – nulla più –
in statistiche snocciolate a pranzo.
La persona annichilita e sopraffatta
consumata come una moda,
effimero ingranaggio
stremato,
frustrato fino al baratro ultimo.
Umano fallimento
globale.
[N. 10 – 2012]
Data di creazione : 11 marzo 2012