Sindrome da supereroe

Sottotitolo : Dov’è la giustizia?

Introduzione

Questo racconto nasce dall’unione di più idee e spunti di riflessioni: nasce dalla lettura di Rat-Man, dal personaggio di Superman, dal fumetto degli X – Men, dalla canzone “Il Mostro” di Samuele Bersani e da vaghe riflessioni sulla giustizia e sul razzismo.

 

Mi chiamo Smith 017 e per i terrestri sono un alieno proveniente dal pianeta Omegron situato in un remoto sistema stellare nei pressi di Alpha Centauri.
Sono partito alla volta del pianeta Terra con un’unica missione in testa, con una forte speranza nel cuore.
Non è stato facile partire, lo ammetto, non è mai semplice lasciare tutto quel che si ha: la propria casa, le proprie certezze ed una comoda vita normale.
Ho rinunciato a molto e di questo certamente ho sofferto.
Molti i dubbi che mi hanno assalito nel lungo viaggio verso questo strano pianeta azzurro.
In nome dei miei sogni ho abbandonato amici e parenti, ho lasciato i miei luoghi preferiti e gli adorati passatempi. Ho rinunciato ad una vita normale, comoda, tranquilla,sicura.
Più volte ho considerato l’idea di fermare l’astronave e tornarmene a casa, dimenticando i miei sogni, ignorando quel popolo lontano oppresso e tormentato da miseria e guerre intestine.
Non so quando tornerò…forse, nemmeno mai potrò tornare al mio pianeta natio visto l’arretratezza della tecnologia di qui.
Ma ho preso una decisione: ho scelto di compiere la mia missione in questo remoto angolo di Terzo Livello Spaziale, ho scelto di viaggiare sino al pianeta Terra per dimostrare le mie teorie e realizzare i miei propositi.
E’ da molto che osserviamo gli abitanti di questo pianeta così tristemente lontano dalla stella attorno a cui Omegron gravita, così desolatamente abbandonato a sé stesso nella grande storia della Popolazione Universale.
Malgrado la loro tecnologica arretratezza, trovo che i terrestri siano comunque affascinanti creature, inclini al cambiamento.
Hanno notevoli potenzialità di crescita, ma purtroppo sono come fossilizzati, immobili, in un perenne stato di “non evoluzione”.
Nel corso della loro storia troppo spesso si sono ritrovati in balia di epidemie e a combattere guerre di varia natura. Anche a causa di questo non hanno ancora compreso il loro valore e – fatto ben più grave – non hanno ancora capito di essere solo su di un piccolo pianeta nella vastità dell’universo.
Eppure sembrano così liberi, così puri, così incontaminati, così capaci di cambiare e di adattarsi.
Noi abitanti di Omegron siamo certamente superiori a loro in tutto: per economia, per tecnologia e per conoscenze acquisite. E’ per questo che ho deciso di partire per il loro pianeta. Ho deciso di consacrare la mia vita a loro, per aiutarli a crescere e a migliorarsi al contempo dimostrando la mia idea: nonostante siano abitanti di un pianeta di Terzo Livello Spaziale sono in grado di accettare altre razze. Di evolvere e cambiare ancora.
Tanto più che io – come tutti i miei fratelli d’altronde – posseggo capacità che i terrestri non hanno ancora sviluppato: in virtù di esse, stando al loro credo e a quel che nei millenni abbiamo compreso del loro linguaggio, sul pianeta Terra sarei considerato una sorta di dio, un essere speciale.
Non ho il loro stesso aspetto, questo è certo, però sono in grado di volare e padroneggio notevolmente l’arte della telecinesi: posseggo doni che essi ancora non hanno ma che forse, in futuro, avranno.
Inoltre, dopo svariati anni di studio, sono perfettamente in grado di comunicare come loro e conosco gran parte della loro storia e delle loro abitudini vitali: questo certamente mi aiuterà a risolvere inevitabili problemi di reciproca comprensione.
Sul loro pianeta – ne sono convinto – sarò accolto come un salvatore, anzi come una sorta di supereroe dotato di poteri ineguagliabili.
Sì! Andrà certamente così!
Superato l’impatto iniziale, vinta la loro diffidenza e il loro timore, capiranno lo scopo della mia missione. Ovviamente non sarà facilissimo, ma sono fiducioso. Dimostrerò il mio valore aiutandoli in situazioni di pericolo e pian piano mi accetteranno, cercheranno di stabilire un contatto.
Sarò per loro come un essere inarrivabile, che li comprende e che li aiuta, sarò al loro fianco nella lotta contro il male!
Mi adopererò per fermare le ingiustizie, porrò fine alle guerre, sanerò le malattie e aiuterò quelle genti a sollevarsi a vette che mai potrebbero raggiungere solo con le proprie forze!

Questi, questi erano i miei propositi, i miei sogni…o almeno…quello che speravo per loro.
E per me.
Le cose invece non stanno andando esattamente così.

Sono arrivato da parecchi giorni oramai e ad essere sincero sono stanco di nascondermi tra i boschi di questa regione montana. Non che mi disturbi vivere e stare a contatto con queste strane forme di vegetali, però sono impaziente di entrare in contatto con gli umani.
Ho provato più e più volte ma, nonostante io abbia imparato la loro lingua e mi esprima quasi alla perfezione, i terrestri continuano a non comprendermi, a fuggire le mie parole.
Temono la mia presenza e non si lasciano avvicinare.
Di conseguenza non ho l’opportunità di spiegare loro le mie intenzioni e quindi non posso aiutarli a sanare il male che inquina questo loro mondo.
Eppure non ho mai fatto nulla per apparire ostile.
Non capisco: cosa è andato storto?
Ho ancora in mente quella famiglia bloccata ai margini della strada per un danno al loro veicolo a motore. Mi sono avvicinato tenendo i miei sei tentacoli in alto, bene in vista. Non portavo armi e, avanzando, continuavo a ripetere il mio nome, che non dovevano aver paura, che volevo solo aiutarli…ma loro sono fuggiti, atterriti, abbandonando il loro mezzo e tutto ciò che esso trasportava.
Forse, essendo abitanti di provincia, meno colti e aperti mentalmente, il loro pensiero non era in grado di accettarmi: è come se fossero stati incapaci di andare oltre il mio inumano aspetto esteriore.
Dev’essere sicuramente questa la spiegazione di un tale irrazionale comportamento, di quelle urla e della loro reazione. Nel corso della loro storia, d’altronde, rammento di aver letto di continui episodi di violenza e di intolleranza tra etnie diverse, tra popoli differenziati per credo ed economia.
Non lo so se le informazioni raccolte attraverso i nostri esploratori siano attendibili al cento per cento o se vi siano state errate interpretazioni da parte nostra. Probabilmente, c’è da considerare anche che i dati in nostro possesso non sono così aggiornati e spesso ricavati direttamente dalla mente dei soggetti esaminati.
Eppure ricordo di aver studiato alcuni fatti storici significativi, eventi che hanno segnato profondi cambiamenti nel modo di vivere dei terrestri.
Ad esempio, sembra che persone dall’epidermide di colore differente non incontrino più la stessa diffidenza che incontravano un tempo a relazionarsi con chi appariva di carnagione diversa. E così è anche per la maggior parte delle relazioni tra popolazioni che abitano regioni diverse del pianeta Terra. Rammento poi che non si verificano più roghi ai danni di eretici come avveniva nei secoli passati della storia dell’uomo: tutto ciò mi induce a pensare che i terrestri abbiano aumentato la soglia della loro comprensione, evolvendo verso una maggior tolleranza e capacità di accettazione.
Ma probabilmente mi sfugge ancora qualcosa: dopotutto, loro non mi vedono come un essere umano loro pari e per questo non riusciamo a relazionarci correttamente.
Ecco, è questa le conclusione che non mi riesce di accettare e proprio per questo la loro reazione mi pone una gran delusione nel cuore…
Dopotutto, durante le mie osservazioni, li avevo visti dialogare e avvicinare creature diverse da loro certamente non dotate di aspetto umano: ricordo orribili esseri pelosi dotati di quattro zampe, più piccoli di un uomo, con la lingua a penzoloni e la coda in perenne movimento.
E rammento anche inquietanti esseri con le corna, ben più grandi di un terrestre, imponenti ma dall’andatura paziente e che apparentemente sembravano accontentarsi di stare all’aperto a cibarsi dell’erba presente sui prati delle montagne.
Sembra dunque che i terrestri non temano creature dall’aspetto differente dagli standard umani. E poi, a ben pensarci, quella famiglia annoverava tra i suoi componenti individui appartenenti ad etnie differenti, alcuni dalla carnagione bianca altri dalla pelle più scura…
In base a tutte quelle considerazioni e agli indizi osservati, ero arrivato ad un’unica conclusione: la reazione che quei terresti avevano avuto in mia presenza era imputabile a immotivate manifestazioni di panico, probabilmente dovute a scarsa intelligenza e intuizione.
Ripeterò l’esperimento in una grande città dove i terrestri sembrano aver sviluppato una maggior capacità intuitiva: andrà certamente meglio, ne sono convinto.
Questo ciò che mi ripromisi di fare.

E’ ancora mattino quando finalmente giungo in città.
Avanzo seguendo una grigia strada di cemento. Su di un lato un‘immagine immensa: pubblicità, evidentemente.
Ritrae un essere umano di cui, se ho capito bene, proietteranno la vita all’interno di un particolare luogo di culto che i terrestri chiamano cinema.
Ritrae un terrestre in una buffa posizione, con un braccio in avanti ed uno disteso lungo il fianco. Vestito d’azzurro e rosso, con una vistosa S sul petto, indossa anche uno strano mantello che sembra ondeggiare alle sue spalle creando l’illusione che egli stia effettivamente volando.
Affascinato ed incuriosito continuo ad osservare quell’immagine mentre, fermo su di un lato della strada, aspetto solo la mia occasione di stabilire un contatto e di aiutare il prossimo. Basterà questo, ne sono convinto, e i terrestri inizieranno ad accettarmi, ad avvicinarmi e a permettermi di spiegar loro la mia missione.
Comprenderanno, ne sono certo, e poi mi porteranno da chi detiene l’autorità…sì, andrà così…devo solo aspettare l’occasione.
Mentre attendo torno ad osservare quell’immagine…mi sembra di conoscerla, di averla già incontrata…forse si tratta di qualche personaggio storico particolarmente importante per la storia dell’umanità…mi sforzo ma non riesco a ricordare.
Nel frattempo, svariati terrestri si muovono a piedi oppure utilizzando i loro metallici automezzi inquinanti. Per il momento sembrano non badarmi.
Attenderò e nel frattempo continuerò ad osservarli e ad attendere: ora devo concentrarmi solo sulla mia missione e dimostrare che le mie teorie possono realizzarsi, che i miei sogni non sono utopie.
Dimostrerò che non mi sbagliavo e che sul conto degli umani avevo ragione. Anche se sono abitanti di un pianeta di Terzo Livello Spaziale, una volta stabilito un primo contatto, una volta dimostrato loro che posso essere utile grazie alle mie capacità inumane, di certo i terrestri capiranno il vantaggio che possono trarre dal mio aiuto. Realizzeranno che posso essere per loro più di un semplice visitatore venuto dallo spazio.
Una volta stabilito un contatto con qualcuno dotato della necessaria cultura e capacità di comprensione sono sicuro che tutto andrà secondo i miei progetti. Li guiderò fino all’evoluzione fino a spingere la loro attenzione al di là del loro sperduto pianeta, verso lo spazio, verso l’intera Popolazione Universale. Insegnerò loro che non ha senso la violenza tra fratelli, li aiuterò a sollevarsi dalla miseria; e in campo medico poi, grazie alle mie conoscenze superiori, potrò…
Un autoveicolo a quattro ruote all’improvviso sbanda: tutt’attorno la gente grida spaventata.
Non comprendo bene ma, forse, gridano a causa mia.
No, di sicuro mi sto sbagliando: non può essere!
Gli abitanti della città devono essere più evoluti rispetto a quelli dei boschi montani!
Devono essere in grado di dimostrarsi razionali…
Le mie teorie sono corrette: riuscirò nei miei intenti! Dimostrerò a tutti che avevo ragione: i miei compagni di studi… gli illustri ricercatori del Osservatorio Interplanetario…persino i miei parenti…si ricrederanno tutti quando dimostrerò che si sbagliavano, che i terrestri sono già pronti al contatto con noi omegroniani!
Le loro teorie sono errate: lo confermano alcuni dei ricordi degli esemplari studiati dai nostri esploratori.
Gli umani possono accettare gli alieni nel ruolo di alleati! Molti dei loro ricordi che sono stati esaminati lo dimostrano! Io le ho viste quelle immagini e sono sicuro che così può essere anche nella realtà!
Ricordo di un alieno dai grandi occhioni che fa volare le biciclette, gli umani sembravano ricordarlo con tenerezza, non lo temevano affatto!
E questo dato, nonostante nessuno condividesse il mio pensiero, conferma le mie teorie: i terrestri sono in grado di stabilire un legame con razze aliene.
Si tratta solo di creare le circostanze, ne sono certo!
Un altro grido mi riporta alla realtà, strappandomi dai miei pensieri, evitando che cupi sentimenti di sconforto e delusione invadano il mio cuore insinuando il dubbio in merito alle mie teorie…alla mia missione…a tutti i miei sogni…
Ma ora non c’è tempo per dubitare o per badare a questo loro primitivo ed irrazionale timore. Se davvero tutto si basa sulle circostanze, se davvero tutto segue il principio di causa e reazione, allora gli umani mi accetteranno a causa dell’aiuto che darò loro in questa situazione.
E’ ora di agire: devo aiutare quell’umano intrappolato all’interno dell’autoveicolo schiantato contro il palazzo.
Avanzo rapido sulle mie zampe taurine e con i miei forti tentacoli azzurri cerco di estrarre l’uomo dal veicolo, piegando lamiere e spostando ogni possibile ostacolo alla sua salvezza.
Tutt’attorno è il caos: la gente urla disperata e le autovetture cozzano le une contro le altre in maniera per me assolutamente imprevedibile.
Non comprendo cosa stia succedendo…non può essere colpa mia…no…non può essere così!
Ci dev’essere un’altra spiegazione, ne sono sicuro…
Con la telecinesi cerco di aiutare gli umani che attorno a me vedo coinvolti negli scontri: distorco la struttura dei loro antiquati mezzi di locomozione e provvedo a farli uscire dall’abitacolo sani e salvi.
Uno di loro è ferito e in preda al panico per il trauma subito a causa dell’incidente. Cerco di soccorrerlo bloccando l’emorragia con le secrezioni della mia pelle. E poi gli parlo, cerco di rassicurarlo e di calmarlo ma lui urla, urla e si dimena fino a che il sangue smette di fuoriuscire dalla ferita.
Smetto di adoperarmi per la sua salvezza: ormai è fuori pericolo e fugge lontano da me mescolandosi alla folla impazzita.
Non comprendo…perché ha così tanta paura di me? Gli ho salvato la vita! Perché non capisce che non voglio fargli del male? Perché…perché non l’hanno convinto le mie azioni?
Lo osservo mentre si confonde tra la folla.
Finalmente, con luci blu e rosse e acuti suoni di avvertimento, giungono dei soccorritori umani. Sono felice che siano arrivati: potremo collaborare e riportare la calma tra queste genti terrorizzate dagli incidenti!
Forse, potrò entrare in contatto con qualche autorità, spiegare loro i miei propositi.
I soccorritori umani si dispongono all’aperto, a ventaglio, parzialmente nascosti dietro le loro auto.
Ma cosa…
Qualcosa mi colpisce, all’improvviso, come una rapida puntura che trapassa la mia pelle squamosa.
Poi ancora e ancora: sono colpi metallici esplosi dai soccorritori umani.
Cerco di urlare il loro errore: non sono qui per far del male!
Voglio solo aiutarvi!
Ascoltatemi, vi prego, umani…abitanti di questo strano pianeta…fermatevi…
Inutile: sembra che non ci comprendiamo affatto…non riesco a comunicare correttamente, maledizione!
I miei studi non sono stati sufficienti!
Tutto quel tempo trascorso ad esercitarmi, ad intonare quello strano alfabeto e modo di comunicare tipico dei terrestri. Avrei dovuto dar retta ai miei compagni di studio quando mi deridevano e si prendevano gioco del mio sogno e del mio desiderio di partire per il pianeta Terra…
Maledizione!
E’ stato tutto inutile!
Piangendo fuggo verso il verde, verso gli alberi che scorgo tra le costruzioni di questa città, cercando di volare per quel che ancora mi riesce.
Non posso esser stato così ingenuo, così cieco…perché non mi hanno compreso…io…io li ho aiutati…
Mi sento debole, sempre più debole…
…li ho soccorsi…perché reagiscono così….perchè.…
Un’altra puntura metallica causata dalle loro armi.
E poi cado e non mi muovo più…i tentacoli percorsi da tremiti nervosi…respiro con difficoltà…
Non comprendo…forse non…hanno visto quel che ho fatto.…cosa è andato storto?
Non doveva andare così…
Ancora dei colpi mentre i soccorritori umani mi accerchiano tenendosi ad una certa distanza da me.
“Perché mi temete…io volevo solo…volevo…” cerco di comunicare rivolgendomi ad uno di loro. Veste di nero ed uno strano copricapo scuro gli nasconde completamente il volto lasciando scoperte solo gli occhi e la bocca…è mostruoso…
Le mani protese in avanti reggono un’arma.
Mi osserva nervoso, teso.
Non ha compreso le mie parole…
Alle spalle dell’uomo un immenso cartellone, lo stesso che avevo scorto ai margini della strada. Ora rammento di quell’immagine…era tra i ricordi dei soggetti esaminati…
Avverto delle lacrime scendermi dagli occhi e poi tutto si fa pesante: lentamente, ogni cosa svanisce.
La mia vita…i miei sogni…la mia missione giacciono insepolti sotto l’immagine più ingiusta, il supremo emblema degli eroi di questo pianeta: un alieno dal volto umano vestito di azzurro e rosso e che in tutto e per tutto appare un perfetto terrestre…non un mostro abominevole come me…

 

Data di creazione: 13 gennaio 2006

Ultima modifica: 14 agosto 2006

Racconto pubblicato sulle pagine dei seguenti portali web :

  • www.scrivendo.it
  • www.racconti.it

 

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