Creare e poi disfare

Se potessi crearlo a tua immagine e somiglianza, questo mondo intendo, come lo vorresti?
Se avessi il potere di distruggere e ricomporre ogni particella del reale sino a formare nuovamente questo pazzo mondo che sfugge nella sua dinamica complessità, come agiresti?
Le manterresti, sii sincero, tutte quelle guerre che dilaniano popoli e territori? Permetteresti conflitti ed uccisioni nel mondo da te creato, carneficine e scontri a portare morte e ironico progresso?
Lasceresti ai tuoi figli ogni libertà oppure limiteresti ciò che a loro è permesso? Concederesti loro il potere d’inquinare e contaminare l’aria, l’acqua, ogni aspetto naturale? A patto, certo, che ciò che immagini sia simile a ciò che esiste oggi. Perché se l’aria e l’acqua potessero reagire all’istante, ritornando a chi inquina tutto il male che a loro vien fatto, allora certo il mio dilemma avrebbe differente risposta. Magari addirittura nel mondo che tu vorresti immagini persone simili a pesci, con branchie per respirare, per filtrare ossigeno dall’aria composta di gas e lava incandescente.
Eppure non mi spiego, questo il senso del mio pensare, come si possa essere così ciechi per non accorgersi che quello che corrompiamo è soltanto il futuro che vogliamo.
Inquinando e distruggendo, sprecando e insozzando ci assicuriamo, credo, soltanto disgusto e fatica, colpe che saranno altri a patire.
Forse basterebbe visitare di tanto in tanto i villaggi devastati dalle guerre – sante sicuramente – combattute per il dominio di quel sangue nero che pulsa nelle arterie della Bestia onnipotente. Quella che tutti veneriamo. Sarebbe sufficiente qualche visita, credo, e osservare il paesaggio dilaniato e, ancor peggio, i bimbi mutilati, le tombe di quelle persone morte sotto il fuoco amico di arroganti liberatori. Oppure qualche visita ancora in tutti quei luoghi in cui lottano i malati di tumore, vittime forse – chi può saperlo? – di tutte quelle radiazioni e di effetti collaterali dovuti a sostanze di cui tutti siam cavie sperimentali. Vittime dell’inquinamento, del fumo e di molte altre contaminazioni di cui ormai non ci curiamo che qualche istante all’anno. Quando versiamo la nostra quota di salvifica beneficenza, un’ammenda per rimettere i debiti ai nostri debitori, paghiamo ancora per mettere un po’ a tacere la coscienza che abbiamo.
Come lo vorresti dunque il mondo che potresti disfare e poi creare? Migliore o peggiore di tutto ciò che vivi? Di quel che conosci e al contempo ignori?
Le lasceresti oppure no tutte le religioni che parlano d’amore e di santi principi, di pace e di salvezza ma che mai dialogano tra loro? Le cancelleresti tutte o le riuniresti, come figlie dello stesso principio, l’unico che valga, d’amore e fratellanza? Oppure gradiresti che tributassero riti e offerte, preghiere e suppliche alla tua divina influenza? Che officiassero in dorati e preziosi santuari eretti in tuo onore, predicando poi semplicità di spirito e modi, castità e mite coerenza? Magari invece preferiresti culti assai diversi, festosi e senza trite cerimonie, che insegnino il rispetto e l’incontro vero, a non temere nulla della vita, che non neghino aspetti naturali della nostra carnale esistenza ma che insegnino ad essere persone veramente.
Quante cose cambieresti, insomma, del mondo che respiri oggi? Quanti e quali particolari vorresti nuovi, diversi, migliori o peggiori?
Lasceresti i batteri, ad esempio, anche quelli che recano malattie? Modificheresti i colori di tutti i fiori che sbocciano in primavera? Oppure interverresti per rendere più grande e maestoso il trionfo dell’arcobaleno al termine della pioggia? Perché il mondo è così vasto e inesplorato, sconosciuto nonostante tutto, che troppo spesso ci dimentichiamo che non è solo ciò che abbiamo attorno, a portata di mano, ad essere reale. Trascuriamo allora il buio, l’alba e il cigno in volo, le corse delle antilopi e lo sbadiglio dell’ippopotamo. Dimentichiamo il linguaggio dei fiori o il contenuto dei nostri cibi, accudiamo con gioia un cane e gettiamo un feto nel cassonetto dei peccati. Ci lamentiamo dell’indifferenza, nessuno aiuta gli altri, ma poi cambiamo presto discorso se incontriamo per strada un vagabondo, se qualcuno sull’autobus chiede aiuto, se un estraneo ci dona un sorriso. Perché in fondo il male è sempre, dietro l’angolo o in agguato. Fuori e dentro al nostro cuore.
Dimmi, se lo distruggessi e poi lo rigenerassi, lo lasceresti l’odio nel tuo mondo? Concederesti all’invidia e al sospetto, all’egoismo e all’indifferenza di vivere a cielo aperto? Oppure vorresti solo figli dal cuore buono, capaci di non provare alcun turpe sentimento verso il prossimo o se stessi? Vorresti solo amore, bontà e apertura nel cuore degli abitanti dell’eden tuo perfetto? Magari solo persone di razza ariana, tutte uguali, perfette nell’aspetto. Uguali anche nelle condizioni, nelle possibilità di realizzare i propri sogni. Tutte con le stesse innate qualità, senza eccezioni, senza differenze che possano portare mai ad un litigio o a contese. Dimmi, come agiresti in questo senso? Vorresti per tutti gli stessi pensieri, il medesimo modo di concepire felicità e gioia? Forse che tutti usassero le stesse parole per ringraziare e diffondere il sentimento buono che vorresti vivo e sincero all’interno del loro cuore?
Eppur son tanti tutti questi aspetti, sfumature e considerazioni pur da valutare. Perché in fondo sarebbe facile premere l’interruttore, spegnere e ripartire con un mondo nuovo e migliore. Eppure la certezza di riuscire meglio ancora, di perfezionare tutto ciò che, finora, è la vita del nostro presente, scontata non lo è di certo.
Non so se ci sia Dio o la Natura, il Caso oppure qualche forza aliena, solo rimango un po’ sconvolto nel contemplare il mondo, l’umanità e tutto ciò che sogno.
Alle volte temo di svegliarmi per davvero, di scoprire tutta la finzione, d’essere semplicemente un’anima addormentata in paradiso a sognare una vita su questa terra che non comprendo. Così vicino alla salvezza ma desideroso di sognare un mondo che perfetto, forse, non lo è stato mai.

Data di creazione : 18 gennaio 2008

Ultima modifica : 08 marzo 2008

 

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