2011-17 Soluzione vigliacca, il sucidio

È una soluzione vigliacca il suicidio,
ti lascia immobile e attonito.
Non saprei nemmeno sceglierla un’immagine,
forse un secchio d’acqua gelata nella calura d’agosto,
un disco che si blocca per sempre,
una scossa ad alto voltaggio.
Ma sono le domande, come onde,
a tempestare la scogliera della ragione.
Non lo si accetta,
il suicidio.
Un incidente o una malattia,
un baratro, persino l’omicidio.
Ma il suicidio
solleva solo troppe domande,
inquietudini troppe angosciose.
Il dolore ne rimane quasi celato.
Dov’ero?
Potevo fare qualcosa?
Ho fatto abbastanza?
Perché?
Grandine sull’anima,
percosse dentro e nessuna risposta.
Solo silenzio,
sbigottita sofferenza.
E rabbia.
È una soluzione vigliacca il suicidio,
perché ti taglia fuori da ogni speranza,
da ogni umano contatto.
Ti lascia impotente dinnanzi ad una prospettiva
così ferocemente lucida, voluta,
cercata.
La fine di un vuoto incolmabile,
di una rassegnata depressione che mai
si potrà comprendere appieno.

 

[N. 17 – 2011]

Data di creazione : 27 novembre 2011

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